Nella riviera Tiso da Camposampiero, già riviera S. Michele, che e quella che da via Rogati va in piazza Delia vicino alla Specola, al n. 28, vi e l'Oratorio di S. Michele Arcangelo, generalmente sempre chiuso. Quell'oratorio e l'unico resto di una antica e vasta chiesa che esisteva già nel 970 e che i Carraresi nel 1300 fecero restaurare e dipingere da Jacopo da Verona. La chiesa venne demolita nel 1702, e solo per opera del nobile Tommaso Soranzo si salvo la cappella coi dipinti, e si trasformò nell'attuale oratorio. Fra questi dipinti ve n'e uno che rappresenta lao morte della Vergine, e tra i personaggi che assistono al fatto vi sono Petrarca, Pietro d'Abano, Boccaccio e Dante. tutti morti In quello stesso secolo. Si e sempre ritenuto e si ritiene ancora che quelle quattro figure rappresentino davvero i suddetti illustri uomini, solo Pietro Selvatico nella sua pregiata «Guida di Padova» stampata nel 1842, afferma che esse ritraggono invece alcuni individui della famiglia padovana De Bovi, perché fu un Pietro De Bovi addetto all'ufficio della Zecca dei Carraresi, che esisteva presso quella chiesa, a fare erigere la cappella. Ma il prof. Albertotti in un suo pregiato scritto prova che ciò non può essere, perché quando un pittore dipinge alcuni individui della stessa famiglia, il tipo famigliare non cambia, mentre nell'affresco suddetto il tipo di ciascuna delle quattro figure e affatto differente. Per provar ciò confronta la figura di Dante di questo oratorio, con l'altra che trovasi nella cappella degli Scrovegni all'Arena, dipinta da Giotto amico di Dante che si presume si trovasse a Padova negli anni tra il 1300 e il 1306. Questi due ritratti eseguiti in epoche diverse e da due artisti di diversa scuola hanno una perfetta rassomiglianza con la fisionomia del sommo Poeta. Padova quindi sarebbe i'unica città che possiede l'autentico ritratto di Dante eseguito lui vivente.
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